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Recensione "Tanto poco", Marco Lodoli

Questa è la storia di una bidella, innamorata perdutamente di un professore che lavora nel suo stesso istituto. Il loro primo incontro avviene in un giorno di pioggia battente, in cui Matteo si presenta agli occhi della nostra protagonista bagnato come un pulcino; lui continua a chiamarla “Caterina”, anche se non è il suo vero nome. Può comunque diventarlo, a patto che lui la veda, se ne renda conto, e noti tutte quelle piccole attenzioni che lei gli riserva.

 

Matteo scrive un libro, e lei ne compra molte copie solo per vederlo felice; Matteo si sposa e ha dei figli e lei continua ad amarlo da lontano; Matteo si separa, e lei è pronta a consolarlo. Matteo scrive un secondo libro e lei vola a Parigi, nascondendosi tra la folla, solo per assistere alla presentazione. Questo libro racconta con bruciante magia tutti gli amori che vivono ed esistono dentro di noi nel momento in cui ci convinciamo che possono vivere solo protetti da tutto il resto. Come può un sentimento non nutrirsi di nulla, eppure continuare ad esistere? La verità è che “Caterina” scegli di esserci sempre, e forse proprio per questa ragione diventa invisibile.

 

Attraversare un “non amore” totalizzante a volte è la peggiore delle malattie, poiché ci porta a mettere in discussione tutto di noi stessi pur di farci vedere, quando in realtà il sentimento vero non esige nulla, se non di essere vissuto. Marco Lodoli definisce i contorni di una fiaba incompiuta, interrotta, con una scrittura leggera e scorrevole che porterà il lettore a divorarlo in poche ore.  

 

Questa storia potrebbe riassumersi così, attraverso un bellissimo dialogo tratto dal film Il Colibrì, magistralmente interpretato da Pierfrancesco Favino: “Sei il paragone di ogni relazione che ho avuto, ma siccome la nostra non esiste, vince. Vince Sempre”  .

 

Rita, Giunti al Punto Catanzaro 

Marco Lodoli
Amare e restare nell'ombra: proteggere e custodire senza mai esporsi, senza avere l'impulso di rivelarsi, di dire eccomi, guardami, sono qui. È quello che capita alla bidella di una scuola dove insegna un ragazzo coi riccioli neri, intemperante, ribelle, pieno di sogni. Quarant'anni passati a difenderlo dai pericoli, dalle cattiverie, dal mondo. In silenzio, di nascosto: perché per avere un attimo di felicità bisogna saper perdere tutto. «Le stagioni passano, le foglie crescono, cadono e ricrescono e tutto cambia. Ma io sono stata sempre qui, ferma, radice piantata in una devozione che forse è amore e forse è solo paura». L'amore da lontano, l'amore che non si sporca con la vita, l'amore puro, assoluto, incrollabile: il nuovo romanzo di Marco Lodoli racconta la passione silenziosa e implacabile di una bidella per un professore che non si accorge di nulla, troppo preso dalle sue ambizioni artistiche, dall'illusione di essere diverso dagli altri, dalle sue piccole vanità. Matteo è un insegnante, ma anche uno scrittore: prometteva bene, poi però si è smarrito. E lei non ha mai cessato di amarlo, ma a che prezzo? Per difendere quella rosa bianca dal fango della vita ha dovuto essere inflessibile, feroce, spietata. Rinunciare a tutto. Marco Lodoli ci porta al centro di un sentimento travolgente che è rincorsa e fuga, smania e tensione verticale, sogno che niente e nessuno deve interrompere: una finzione folle, e proprio per questo più forte di ogni realtà. Una bidella e un professore, due esistenze parallele che forse non s'incroceranno mai, o forse si toccheranno per una notte soltanto, in un abbraccio che profuma d'amore e gratitudine, d'illusione e di oblio. «Tanto poco» basta per essere felici, bisogna solo respingere il mondo e consegnarsi a un'ossessione assurda e bellissima.
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Tu stai sprecando la tua vita in un amore senza amore, in un sogno di bambina viziata, che vuole il cielo senza amare la terra.

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