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Padri nella letteratura: i più bei libri sul rapporto padri-figli

Padre visto come modello a cui ispirarsi, come maestro dalla cui saggezza attingere. C’è chi padre lo diventa da giovane, chi in età più avanzata, chi coltiva nel cuore il forte desiderio di esserlo. Affettuoso, e a volte un po' severo (sempre a fin di bene), il papà è una figura fondamentale e imprescindibile per la formazione dell’individuo. E se, purtroppo, il destino lo ha strappato troppo presto dalle braccia del figlio, i valori trasmessi continuano in qualche modo a essere concime e nutrimento per la sua vita terrena. 

 

In occasione della Festa del Papà del 19 Marzo, voglio segnalarvi alcuni titoli che parlano del rapporto padre-figlio, tentando il più possibile di coglierne le molteplici sfumature. 

 

Il primo romanzo che mi viene in mente è senz’altro collegato all’infanzia di tanti di noi. Sto parlando di Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi (Giunti Editore). La figura di Mastro Geppetto è l’emblema del desiderio di paternità che si materializza e l’essenza dell’amore puro. “Sono diventato babbo!”, esclama Geppetto ai quattro venti quando il suo burattino di legno si trasforma in un bambino in carne ed ossa. E da quel momento il suo unico pensiero è educare quel figliolo scapestrato, fino ad essere disposto a sacrificare tutto il poco che possiede per assicurargli una formazione e un futuro migliore. Ecco, questo libro che tanto ci ha commosso - e le cui interpretazioni cinematografiche non si sono sprecate nel corso degli anni – ha la capacità di restiruirci una figura di padre che non ha vergogna a mostrare le proprie fragilità, e si pone con estrema modernità nel panorama letterario se si guarda alla tematica del diritto alla genitorialità. 

 

Si può diventare padre senza mai averne avuto uno? È la domanda a cui ha cercato di rispondere Cristiano Cavina nel suo romanzo La parola papà (Bompiani, 2022). Non aver avuto una figura maschile di riferimento, soprattutto negli anni della giovinezza, crea un vuoto che si alimenta di interrogativi. Vedere gli altri bambini a cavacecio sulle spalle dei propri papà, e restare lontani ad osservare chiedendosi “Oh, chissà come si vede da lassù” è un’esperienza segnante e difficile da assimilare. Il protagonista di questa storia decide di far vedere il mondo ai suoi tre figli, armandosi di coraggio e responsabilità, vivendo la paternità come un’esperienza del tutto nuova ed edificante.  

 

Alba è una bambina amata dal padre, e questo basta a essere famiglia.”. Così afferma Luca Trapanese, diventato per tutti un esempio di uomo che si batte per far valere il diritto alla genitorialità, a prescindere dall’orientamento sessuale o dalla situazione sentimentale. Trapanese è il papà di Alba, una bambina nata nel 2017 con la sindrome di Down, che era stata lasciata in ospedale dai suoi genitori biologici a pochi giorni dalla nascita. Luca Trapanese, insieme a Luca Mercadante, nel libro Nata per te. Storia di Alba raccontata fra noi (Einaudi, 2018) parla proprio di questo incontro che ha cambiato il suo universo, del complicato iter burocratico intrapreso per arrivare all’affido e poi all’adozione di Alba, della declinazione della parola famiglia e della felicità imperfetta che nutre le loro vite. 

 

Ma nella letteratura il rapporto padre-figlio non è sempre idilliaco. Ne sono la prova i protagonisti dell’ultimo romanzo di Lidia Ravera che si intitola Un giorno tutto questo sarà tuo (Bompiani, 2024). Seymour è un adolescente disadattato che vive insieme a suo padre Giovanni Sartoris, uno scrittore di successo con diversi matrimoni falliti alle spalle e una reputazione da latin lover. Il ragazzo non ha stima di lui, la loro è una relazione anaffettiva e priva addirittura di scontri. Ma un giorno Giovanni viene travolto da accuse infamanti da parte di un’attrice, e solo suo figlio Seymour conosce la verità su quanto accaduto. Sarà disposto a mettere da parte le ostilità verso suo padre per restituirgli la dignità? In questo libro c’è la famiglia disfunzionale e allargata, e si segue il flusso di pensieri di un ragazzo che si sente solo ed incompreso, ma che capitolo dopo capitolo scava nel passato e nella sfera emotiva di suo padre, provando a fare un passo di apertura verso di lui. 

 

Infine, un albo per i più piccini… anzi, direi da regalare ai papà che non riescono a staccarsi da quell’aggeggio malefico che è il cellulare. Papà, guarda di Eva Montanari (Fatatrac, 2022) è la storia di Orsetto che vuole solo giocare e avere attenzioni dal suo papà Orso, che però è troppo impegnato con il lavoro e, una volta tornato a casa, continua a stare con gli occhi appiccicati al telefonino perdendosi i momenti più preziosi insieme al suo piccolo. Con questa storia, l’invito è quello di vivere intensamente il tempo trascorso con le persone a cui teniamo di più, soprattutto i figli. Perché quegli istanti non tornano più indietro. 

 

 

Ilaria, libraia di Corigliano

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