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Recensione "Le stelle di Sparta", Luca Cassetta

Le stelle di Sparta è il secondo romanzo di Luca Cassetta pubblicato per la narrativa ragazzi, nella collana Biblioteca junior di Giunti Editore. È il libro giusto per i ragazzi di undici anni che amano la storia, ma anche per quelli che non la amano troppo. Le descrizioni di paesaggi e vissuti lontani sanno riportarci al presente, richiamando come una melodia antica un sentimento che mai muta con il cambiare dei secoli: il vero bene tra due fratelli.

 

Un racconto valoroso, coraggioso, esemplare per il modo in cui si prende spunto dall’usanza di Sparta di crescere i propri figli secondo rigidi schemi, arricchendo il racconto con i valori di pace, uguaglianza e fratellanza del presente. Saranno due fratelli le nuove stelle del cambiamento di Sparta, Leandros e Linos, figli di ricchi spartani e condannati ad un destino segnato per la loro famiglia. Per salvare la loro madre, secondo il responso della sacerdotessa di Delfi, i due gemelli sarebbero vissuti separati dalla nascita ed è così che fino ai quattordici anni Leandros cresce come schiavo assieme alla nutrice Euriclea e Linos cresce come un “vero spartano” assieme ai suoi genitori. Leandros passerà la prima infanzia fantasticando con lo sguardo fisso alle costellazioni su una vita da giovane forte guerriero: “Il ragazzo ascoltò per ore il poeta cantare le imprese di eroi leggendari che con armi favolose si gettavano contro creature mostruose. Piegò il braccio sinistro, ripensando agli scudi dei soldati spartani che non avrebbe mai potuto alzare”.

 

Sarà poi la dolorosa partenza in guerra del loro padre Procles, durante lo scontro di Sparta con la Persia anni dopo, a rivelare alla madre Leda la verità sul parto, e sarà l’inarrestabile fato a far finire nelle braccia di Leda l’altro figlio gemello lontano, per ricondurlo ad una vita nuova sempre sognata. Il vero destino di Leandros sarebbe ritornato ad essere l’addestramento dell’agoghè dove i ragazzi dell’agoghè non avevano le lance ma trasmettevano lo stesso una terribile potenza: le due formazioni oscillavano paurosamente, come due onde furiose che si affrontavano in un mare in tempesta, tutto questo per arrivare in battaglia preparati e decisi a sconfiggere il nemico invasore. Ma evidenzia più volte Cassetta che questi due fratelli non imparano a combattere per loro stessi ed il vanto della loro forza, ma come ricordano i loro affetti defunti: "Non cedete ai vostri dubbi. Siete il nostro onore più grande. Seguite i vostri talenti dell’agoghè. Restate uniti e amate i vivi.

 

Questo racconto parla di come le nostre esistenze arrivino a mutare a tutte le età, portandoci sempre verso saggi insegnamenti di vita, e dunque noi ragazzi dovremo farci trovare pronti: che si avveri un sogno impossibile, che si scoprano affetti nuovi senza mai dimenticare quelli antichi. Ci parla di sentimenti positivi come la speranza, la solidarietà e l’altruismo, e ci ricorda di distinguerli da sentimenti negativi come la rabbia, l’odio, la violenza. Leandros e Linos non si ritroveranno subito come fratelli gemelli di sangue, diventeranno fratelli compiendo un percorso di crescita tra nemici, paure, sfide continue e accettazione di sé e dell’altro. Leandros e Linos siamo noi ragazzi del presente che fratelli o amici o amici fraterni che siamo, lottiamo uniti per realizzare sogni comuni. “Circondati dalla sola natura, i due riuscirono ad aprire i loro cuori l’uno con l’altro”. 

 

 

Federica, libraia di Taranto

Luca Casetta
Nell’inflessibile antica Sparta, due neonati, fratelli gemelli, sono avviati a destini diversi: Leandro come schiavo ilota, Lino come giovane guerriero spartano. Quando il caso li farà incontrare di nuovo da ragazzi, nella scuola militare dell’agoghé, i due dovranno fare una scelta. Cedere ai pregiudizi e odiarsi… oppure seguire il cuore e scoprirsi come fratelli. Affronteranno la durezza della scuola spartana, la rigidità di una società chiusa, l’ombra del padre a dividerli e un nemico interno che trama per spazzare via l’intera Sparta.
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