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Recensione "La distanza tra me e il ciliegio", Paola Peretti

La distanza tra Mafalda (nove anni e una lista di cose a cui tiene tantissimo) e il ciliegio è fatta di metri, poi passi, che si riducono fino a diventare un profumato abbraccio. Mafalda è una bambina ipovedente che vorrebbe scappare di casa e andare a vivere su un albero, sul ciliegio all’ingresso della sua scuola, proprio come il barone Cosimo, il protagonista del suo libro preferito. Incontrerà nel suo cammino Estella e Filippo che la aiuteranno nell’impresa, ma dovrà fare i conti con genitori apprensivi e occhi che, giorno dopo giorno, perdono sempre un po’ di luce, così da farle cambiare il suo modo di “vedere” le cose anche se i colori spariranno fino a diventare uno solo: il grigio. 

 

Un libro dalla dolcezza struggente, innocente ma anche coraggioso; il diario di vita scritto dalle mani di una bambina ricca di saggezza infantile, che ci mostra i suoi sogni mentre lentamente si sta abituando a ciò che l’aspetta. L’autrice ci accompagna, con estrema delicatezza, alla scoperta di una malattia che può davvero disorientare perché colpisce uno dei sensi a cui più ci affidiamo nella vita di tutti i giorni, la vista, e lo fa con estrema consapevolezza, perché lei per prima sa cosa significa esserne affetti. Perché tra le pagine di questo libro c’è sì la storia di Mafalda, ma anche quella di Paola Peretti, l’autrice, che con forza contagiosa ci ha trasmesso una forte urgenza del tempo e ha voluto tenersi stretti i suoi sogni, nonostante stesse facendo notte attorno a lei. 

 

Tra citazioni de Il barone rampante e l'idea di fondo di un “essenziale invisibile agli occhi”, si arriva alla fine tutto d’un fiato. Questo libro ci guida in una riflessione e ci insegna che non tutto ciò che vediamo deve essere nella lista delle cose a cui teniamo tantissimo. Delle volte basta chiudere gli occhi e scoprire che siamo fortunati anche se non ci sentiamo tali, perché in un cammino fatto di perdite, sono le conquiste le vere protagoniste della nostra vita. 

 

Carmen, libraia Giunti al Punto di Policoro

Tutti i bambini hanno paura del buio. Il buio è una stanza senza porte e senza finestre, con i mostri che ti prendono e ti mangiano in silenzio. Io ho paura solo del mio buio, quello che ho dentro gli occhi.

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